E' stato presentato questa mattina in Ori Martin il progetto iRecovery, grazie al quale il calore dei fumi del forno elettrico dell'acciaieria, per la prima volta in Italia, sarà recuperato per produrre energia elettrica per l'autoconsumo ed energia termica che sarà ceduta alla rete del teleriscaldamento della città di Brescia. Ori Martin, con alcuni partner tecnici, tra cui Tenova, società di ingegneria del Gruppo Techint, la bresciana Turboden, costruttore di turbogeneratori ed A2A, multi utility che fornisce servizi ed energia alla città, hanno infatti dato vita ad un progetto di sostenibilità energetica ed ambientale, all' interno del quale ora si realizza la piena integrazione tra città e impresa, con un progetto le cui origini risalgono ad una ricerca sul recupero di calore dai processi industriali sviluppato a Brescia dal Csmt, il Centro servizi multi settoriale e tecnologico, partecipato da Aib e dall'Università di Brescia.
Nella produzione dell'acciaio, infatti, prima dell'adozione di iRecovery andava disperso fino al 30% dell'energia immessa nel processo di fusione: rimaneva così inutilizzata un'enorme quantità di calore contenuta nei fumi del forno che, prima di esser rilasciati, venivano raffreddati e filtrati per trattenerne, sotto i limiti di legge, le polveri. Con il sistema iRecovery è ora possibile convogliare questo calore in un impianto che evita la dispersione e ne consente il recupero attraverso la generazione di vapore, che verrà prima immagazzinato e successivamente trasformato in parte in energia elettrica, attraverso una turbina a fluido organico, ed in parte in energia termica che andrà ad alimentare la rete di teleriscaldamento di Brescia.
Grazie a questa tecnologia, iRecovery ogni anno fornirà riscaldamento equivalente al fabbisogno di circa duemila famiglie in inverno, mentre in estate produrrà energia elettrica pulita, equivalente al fabbisogno di circa 700 famiglie, nel rispetto totale dell'ambiente ed evitando contestualmente l'emissione in atmosfera di circa 10.000 tonnellate di Co2. iRecovery è il risultato di un investimento di circa 12 milioni di euro in cui - grazie al progetto Pitagoras - c'è stato anche un contributo da parte dell'Unione Europea di 2,5 milioni.